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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Progetto “Molto si può fare”

Commento del Film "Alla luce del Sole"

Qui di seguito il primo elaborato della classe 3° I del Liceo Azuni dopo il primo incontro del progetto "Molto si può fare"

Sicilia. Palermo. Brancaccio.

La chiesa del quartiere è vuota. Le poche prediche di Don Pino sono coperte dal suono del jukebox del circolo mafioso. Sono i bambini, agli occhi del prete, la sola speranza in una realtà corrotta da sete di potere e di danaro. Una realtà dimenticata dalla giustizia. Dallo Stato. In mancanza di istruzione, le piccole vittime crescono tra ignoranza e delinquenza. E’ l’inedita interpretazione di Luca Zingaretti nei panni del sacerdote a raccontare il coraggio di un uomo solo contro la mafia: il suo impegno per realizzare quella che appare un’utopia.

Tra minacce e violenze, grazie alla perseveranza, dell’uomo, nonostante lo sconforto,il progetto si concretizza in un centro ricreativo-educativo per giovani e bambini inizialmente diffidenti.

A distanza di poco tempo, i posti a sedere in chiesa non bastano più e i mafiosi del quartiere si sentono minacciati dalla voglia di riscatto della comunità di Brancaccio. Per paura che la loro autorità venga meno, gli spietati boss,decidono di mettere a tacere la voce di speranza di don Pino, il un agguato mortale nel giorno del suo 56° compleanno. E’ uno sparo in una città sorda, indifferente.

Messi di fronte a una storia così lontana dalla nostra realtà, capiamo che la prova più ardua da affrontare non sia stata sconfiggere la mafia, ma scuotere le coscienze ormai rassegnate.

E’ in particolare la storia di Domenico che ci ha fatto riflettere, figlio della mafia, decide attraverso il gesto estremo del suicidio di non accettare l’ingiusto destino che si prospetta davanti a lui. E capiamo allora quanto significativa sia stata la missione di Don Pino, il coraggio non è una virtù da tutti, vuol dire dare ascolto alla coscienza, non essere vittima di compromessi e dare la vita in caso di necessità.

Carmelo è il più piccolo del gruppo ma nonostante questo ha tutte le carte in regola per annegare nel vortice della delinquenza.E’ stato significativo osservare l’abilità e la sensibilità con le quali Don Pino sia riuscito a sentire nel silenzio la richiesta d’aiuto del bambino, tuffandosi a recuperarlo. Mettendosi ancora una volta in gioco, il prete, dimostra che furti e atti vandalici non portano alla vera felicità.

Mentre i titoli di coda scorrono non ci capacitiamo del fatto che sia il nostro paese, lo stesso in cui viviamo ad essere lo sfondo di una realtà che niente ha a che fare con la giustizia e la civiltà. L’abitudine ci spaventa nel momento in cui siamo noi stessi a rimanere indifferenti.

Classe 3° I – Liceo Azuni

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