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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Commento vangelo 23 agosto

Commento al Vangelo di Matteo 16,13-20
 
CHI È GESÙ PER ME?
 
Il Vangelo di questa Domenica ci presenta Gesù che giunge nella regione di Cesarea di Filippo, con i suoi discepoli, e introduce un discorso su come veniva percepita la sua identità, sia da parte della gente come dei suoi stessi discepoli. E’ molto curioso pensare che Gesù, dopo tanto tempo di vita e di formazione con i discepoli, decide di porgere le domande sulla sua identità, senza dare per scontato che loro avessero compreso tutto. La prima domanda “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” è rivolta a tutti coloro che non camminano con Gesù, che non lo ascoltano, che stanno lontani, in periferia. Come constatiamo dalle risposte, ci sono vari modi di vedere la persona di Gesù, e di percepirne la presenza. Segue poi la seconda domanda, con la quale Gesù raggiunge il cuore e la vita dei suoi discepoli “Voi, chi dite che io sia?”. Tale domanda è coinvolgente e chiede una risposta profonda, sincera e personale. Pietro risponde facendo la sua professione di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.” E Gesù lo riconosce beato, e sulla risposta di Pietro pone il fondamento della Chiesa, affidandola a Pietro e garantendo la  presenza dello Spirito Santo. La domanda di Gesù viene rivolta a ciascuno di noi, a me, a te: Chi è Gesù per me? Siamo invitati a trovare la risposta più vera e profonda nel l’intimo di noi stessi. Dopo una vita di fede, una domanda del genere ci spiazza, ma è estremamente importante dare una risposta. Abbiamo una fede legata alla semplice dimensione umana, ai nostri desideri o attese o pretese di comprendere tutto, oppure viviamo una fede che riconosce il mistero della presenza di Dio e la sua azione in mezzo agli uomini? La fede che abbiamo ricevuto il giorno del nostro Battesimo, è una esperienza che si alimenta con la preghiera e la vita cristiana, diventando un rapporto vivo e profondo con Dio, e che ci conduce verso i fratelli, i poveri, i sofferenti, i lontani, per consegnare la nostra testimonianza concreta. Vivere la fede è una scelta coraggiosa. Viviamo il rischio di dissociare la vita dalla fede, o di farci una fede a tavolino, al di fuori della comunione ed unità con la Chiesa concreta di questo tempo. Chiediamo la grazia di riconoscere la Chiesa, fondata da Cristo, come l’unico ovile nel quale possiamo trovare rifugio e salvezza, pur sapendo che il Signore vede e accoglie tutti i segni e semi di bene sparsi nel mondo. La nostra fede in Cristo, Figlio del Dio vivente, ci renda testimoni credibili.
 
Fr Giuseppe Piga
 
Chi è Gesù per me
 
Il Verbo fatto carne.
Il pane di vita.
La vittima che si offre sulla croce per i nostri peccati.
Il sacrificio offerto nella santa messa
per i peccati del mondo e miei personali.
La parola che devo dire.
Il cammino che devo seguire.
 
 
La luce che devo accendere.
La vita che devo vivere.
L’amore che deve essere amato.
La gioia che dobbiamo condividere.
Il sacrificio che dobbiamo offrire.
La pace che dobbiamo seminare.
Il pane di vita che dobbiamo mangiare.
L’affamato che dobbiamo sfamare.
L’assetato che dobbiamo dissetare.
Il nudo che dobbiamo vestire.
Il senzatetto al quale dobbiamo offrire riparo.
Il solitario al quale dobbiamo far compagnia.
L’inatteso che dobbiamo accogliere.
Il lebbroso le cui ferite dobbiamo lavare.
Il mendicante che dobbiamo soccorrere.
L’alcolizzato che dobbiamo ascoltare.
Il disabile che dobbiamo aiutare.
Il neonato che dobbiamo accogliere.
Il cieco che dobbiamo guidare.
Il muto a cui dobbiamo prestare la nostra voce.
Lo storpio che dobbiamo aiutare a camminare.
La prostituta che dobbiamo allontanare dal pericolo
e colmare della nostra amicizia.
Il detenuto che dobbiamo visitare.
L’anziano che dobbiamo servire.
Gesù è il mio Dio.
Gesù è il mio sposo.
Gesù è la mia vita.
Gesù è il mio unico amore.
Gesù è tutto per me.
Gesù, per me, è l’unico.
 
Madre Teresa
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