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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Commento vangelo 4 ottobre

In quel tempo Gesù disse ai suoi dispepoli «33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: «Avranno rispetto per mio figlio!». 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!». 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

 
CHIAMATI A LAVORARE CON FEDELTÀ NELLA VIGNA DEL SIGNORE
 
La pagina del vangelo di questa domenica, ci presenta Gesù, che in disputa con i capi dei sacerdoti e agli anziani, a Gerusalemme, fa una meravigliosa e completa sintesi della storia della salvezza e del comportamento di Israele di fronte agli inviati di Dio, e lo stesso Messia. Gesù parla del regno di Dio evocando l’immagine della vigna, e manifestando la volontà del padrone, di coltivarla perché produca frutto. Ripensando al significato che la vigna ha, al lavoro e alle cure che richiede, possiamo ben immaginare quanto sia utile a Gesù, questa immagine, per parare dell’accoglienza di Dio e del suo Figlio, da parte del popolo di Israele. La cura della vigna, da parte del padrone, rappresenta l’amore di Dio per il suo popolo,
che non sa corrispondere ad esso. Il momento del raccolto e della consegna dei frutti, diventa il momento della verità: impossessarsi della vigna e non consegnare il raccolto, uccidendo gli inviati del padrone. La conclusione tragica racconta la decisione di uccidere l’erede, il figlio del padrone, per impossessarsi dell’eredità, con l’epilogo che sarà quello di vedersi sottratta la vigna e consegnata ad altri che porteranno frutti. Gesù, nel raccontare la parabola, ha la consapevolezza del suo andare verso la morte, perché il suo popolo non lo ha riconosciuto e accolto. La parola di Gesù è rivolta a noi, in questo tempo, nel presente della nostra vita. Quanti doni abbiamo ricevuto e quale opportunità, con il battesimo, di stare e lavorare
nella vigna del Signore, nella sua Chiesa. Sentiamoci profondamente interpellati da un amore eterno e infinito, che chiede di essere accolto, vissuto e testimoniato con le parole e con i fatti. Non presumiamo di essere migliori degli altri. Le scelte quotidiane della nostra vita, sono segno della fede che abbiamo ricevuto? Ogni volta che accogliamo ascoltiamo la parola di Dio, ogni volta che riceviamo il sacramento del perdono e dell’Eucarestia, diveniamo capaci di lavorare con frutto nella vigna del Signore, per accoglierlo nel fratello povero e bisognoso, che bussa alla nostra porta. Ringraziamo ogni giorno il Signore per il dono della vita cristiana e per poter lavorare nella sua vigna, e, con la liturgia, lo preghiamo.

Padre giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha
piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di scelti germogli, perché innestata in Cristo, vera vita, porti
frutti abbondanti di vita eterna.

Fr Giuseppe Piga

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