it Italian
ar Arabiczh-TW Chinese (Traditional)en Englishfr Frenchit Italian

“La preghiera del povero sale fino a Dio” (Siracide 21,5)

Commento vangelo 29 novembre

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

VIGILANTI IN ATTESA DEL SIGNORE
 
Con questa domenica, iniziamo il nuovo anno liturgico, e il tempo forte dell’Avvento, accompagnati dal Vangelo di Marco. Questo tempo ci prepara ad accogliere il Signore, che celebriamo nel suo Natale, ma che aspettiamo alla fine dei tempi, e che accogliamo nel tempo presente della nostra vita. Il vangelo di questa domenica, attraverso la parabola dell’uomo partito per un lungo viaggio, ci invita a vegliare, in attesa del suo ritorno. Il tempo dell’avvento, ma in realtà, tutta la vita, è un tempo in cui vegliare e attendere il passaggio del Signore. Il giorno in cui il Signore ritornerà nella gloria, non lo conosce nessuno, e dunque il nostro cuore deve rimanere desto e pronto per Lui. Per accorgerci del ritorno del padrone, dobbiamo stare svegli e
attenti, non solo fisicamente, ma soprattutto interiormente, con tutta la nostra persona e facoltà. Decidere di vegliare significa stare attenti ed essere responsabili di qualcosa, e voler vedere bene e custodire qualcos’altro di più prezioso, quale è la nostra stessa esistenza davanti a Dio. Noi cristiani riceviamo ancora, oggi, questo messaggio di Gesù, perché riconosciamo i doni ricevuti ma anche la responsabilità del vegliare per accompagnare i nostri fratelli nel percorso della vita e indicare la presenza di Dio. Dobbiamo vegliare sulla porta del nostro cuore, sulla integrità della nostra esistenza. Il mondo di oggi, le povertà, le malattie, le solitudini, ci chiedono di vegliare per consegnare il conforto e la luce della fede, ma anche per consegnare sostegno e gesti di prossimità a coloro che attendono ma non sanno dove orientarsi. Per vigilare e accogliere il Signore, è importante l’ascolto della Parola di Dio che illumina il nostro profondo, le nostre intenzioni e orienta le scelte. Come credenti, siamo consapevoli che l’impegno di attendere il Signore e di testimoniarlo agli uomini del nostro tempo, è una responsabilità che Dio stesso ci ha affidato. Allora in questo tempo chiediamo la grazia di saper vegliare a nome di tutti coloro che vivono nelle tenebre, nella sofferenza e del disagio o anche dell’egoismo e di ogni sfruttamento possibile, perché sostenuti dalla grazia, imparino anch’essi a vegliare e a desiderare l’incontro con Cristo Gesù, unica speranza della vita. La preghiera della colletta divenga la nostra preghiera: O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l’aiuto della tua grazia, perché resi forti nello spirito, attendiamo vigilanti la gloriosa venuta di Cristo tuo Figlio.
 
Fr. Giuseppe Piga
Condividi quest'articolo