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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Commento vangelo 8 agosto 2021

Vangelo di Giovanni 6,41-51

Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Gesù è il pane della vita
 
Il vangelo di questa domenica ci riporta al capitolo 6 di San Giovanni, nel quale si parla in modo articolare del pane. Gesù aveva dichiarato di essere lui, “il Pane vivo disceso dal cielo”, ma la sua affermazione a varie chiacchiere e mormorazioni da arte dei giudei. Appare veramente difficile credere che uno di loro, di cui si conosce la famiglia, possa fare tale affermazione, che, appare come qualcosa di folle e scandaloso, soprattutto perché lui è un uomo, e si dichiara come colui che “ha visto il Padre”. Ma se Gesù è un uomo, come può dichiarare di avere origini divine? Questo è il vero scandalo! Per i giudei, prima, e per noi, oggi, è molto difficile accettare e credere alla divinità di Gesù, se ci fermiamo soltanto all’aspetto fisico e familiare.
Ci viene chiesto di riconoscere in Lui l’azione del Padre, e accogliere il mistero della presenza e identità di Gesù. Se è difficile riconoscere Gesù, dal punto di vista umano, siamo chiamati a chiedere il dono della fede, per vedere con gli occhi dello spirito la reale presenza di Dio in mezzo a noi. Nella misura in cui crediamo al mistero di Gesù, abbiamo la vita eterna. Se i Padri hanno mangiato la manna nel deserto, e sono morti, noi invece, nutrendoci di Gesù, vero pane del cielo, vivremo in eterno: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno”. Anche noi, ogni volta che ci avviciniamo a Gesù, facciamo l’esperienza dell’incontro con la sua umanità, ma attraverso di essa, ci incontriamo con la sua divinità. Gesù è un uomo, con la nostra carne, che si esprime con un linguaggio umano e che manifesta la fragilità della
nostra condizione, eppure in Lui si manifesta la potenza del Padre. Gesù è, dunque, il pane vivo disceso dal cielo, per nutrire la nostra fame di Dio. Se lo riconosciamo, lo crediamo e lo accogliamo come “il Pane” della vita, la nostra esistenza viene trasformata. La presenza di Gesù, pane della vita, si rivela nel mistero dell’Eucarestia. Lui si rende presente e chiede a ciascuno di noi, di nutrirci di Lui. Ci che, con gli occhi del corpo, è pane materiale, con gli occhi dello spirito è pane per la vita eterna. Noi credenti, che partecipiamo alla celebrazione dell’Eucarestia, crediamo veramente che Gesù è il “pane della vita”? Ci nutriamo di questo pane? Percepiamo e sperimentiamo il cambiamento della vita, ogni volta che ci nutriamo dell’Eucarestia? Abbiamo bisogno del Pane della vita, per affrontare la fatica e le sofferenze che derivano dalla nostra
umanità. Signore, dacci sempre questo pane. Ci riconosciamo poveri e bisognosi, e chiediamo la grazia di sperimentare la forza di questo cibo che rende forti e concede il dono della vita eterna.
 
Fr Giuseppe Piga
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