Vangelo di Giovanni 14,15-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Resi nuovi dalla Spirito Santo
In questa domenica celebriamo il mistero della Pentecoste, ossia l’evento della venuta dello Spirito Santo, nel cinquantesimo giorno dalla Pasqua del Signore. Il vangelo ci riporta alle parole pronunciate da Gesù durante la sua ultima cena, nel suo discorso di addio, quando annuncia più volte la venuta dello Spirito Santo, il “Paraclito”. Lo Spirito viene donato ai discepoli, nella misura in cui sapranno amare: “se mi amate, osserverete i miei comandamenti, e io pregherà il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre”. Gesù promette il Consolatore, Colui che sta accanto, un avvocato, Colui che insegnerà ogni cosa. Lo Spirito sarà sostegno speciale per coloro che vivranno tempi di sofferenza e di prova, come accadrà ai discepoli dopo la morte di Gesù. E proprio nel tempo della tribolazione è facile tentennare e mettere in discussione la propria fede, ma sarà proprio lo Spirito, a garantire la fedeltà e la sequela del Maestro. Lo Spirito guiderà i discepoli alla verità permettendo la conoscenza e la comprensione del mistero di Dio. In questo discorso di addio, che Gesù rivolge ai suoi discepoli, mentre saluta, assicura che non li lascerà soli, anzi, la sua presenza continuerà in modo diverso e garantita dallo Spirito. La Pentecoste apre il temo nuovo della Chiesa, il tempo in cui accogliamo il dono dello Spirito che conduce e fortifica il cammino di ogni credente e della comunità cristiana. La Chiesa, sostenuta dalla presenza del Risorto e dallo Spirito Santo, diviene il prolungamento della stessa missione del Cristo, nel mondo. I discepoli di ogni tempo e luogo, sostenuti dallo Spirito, annunciano e testimoniano la loro fede in Cristo morto e risorto, e li rende capaci di nuovo coraggio dinanzi alle prove della vita e della storia. Con la Pentecoste si chiude il tempo di pasqua per iniziare il tempo ordinario, la ferialità, la quotidianità, nella quale annunziare la fede attraverso la parola, l’esempio e la coerenza della vita. Allora invochiamo il dono dello Spirito come “padre dei poveri, datore dei doni, luce dei cuori”. Nei momenti della prova e sofferenza lo invochiamo come “Consolatore perfetto, dolcissimo sollievo, riposo. Solo Lui può concederci la luce che invade l’intimo della nostra vita, e solo Lui può garantire il nostro cammino. Come discepoli radunati nel cenacolo, invochiamo lo Spirito, perché ci renda un’unica cosa tra noi, ci renda Chiesa guidata dallo Spirito nel cammino che stiamo
compiendo. Lo Spirito ci renda capaci di osare e di percorrere strade nuove e raggiungere l’uomo sofferente in ogni “periferia” geografica ed esistenziale.
Fr Giuseppe Piga