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“La preghiera del povero sale fino a Dio” (Siracide 21,5)

Commento vangelo 12 giugno 2022

Vangelo di Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Testimoni del mistero di Dio
 
Dopo la domenica di Pentecoste, celebriamo la SS. Trinità, e contempliamo il mistero di Dio che si rivela a noi, come Padre, Figlio e Spirito Santo. Gesù, nel suo discorso di addio, che l’evangelista Giovanni pone durante l’ultima cena, promette il dono dello Spirito, e in realtà rivela la presenza delle Persone divine: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità”. Tutto ci che il Padre ossiede è mio, per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. I discepoli di Gesù saranno sostenuti e guidati dalla presenza dello Spirito Santo, e condotti alla conoscenza della verità: lo svelarsi del mistero di Dio. Davvero sorprendente la comunicazione di Gesù, quando rivela il mistero delle persone divine, che vivono eternamente la comunione d’amore. Il vuoto che si crea nella comunità dei discepoli di Gesù, dopo l’ascensione, viene ora ricolmato dallo Spirito che li guida e li sostiene. Davvero bello pensare che Gesù, con la sua parola, con i suoi gesti e la sua stessa vita, rivela il volto del Padre e comunica la forza dello Spirito, manifestando la grandezza di un Dio in tre persone. Siamo chiamati ad accogliere il mistero di Dio, un mistero che non può essere spiegato ma semplicemente accolto, creduto e contemplato. Tale mistero apparentemente lontano da noi e dal nostro comprendere, in realtà, è molto vicino a ciascuno di noi, perché siamo stati fatti ad immagine della Trinità, e siamo stati chiamati ad accogliere e vivere e testimoniare il mistero dell’amore di Dio, che è il mistero trinitario. E se l’amore rivela la grandezza di Dio, che ci viene comunicato, a nostra volta diventiamo capaci di vivere nell’amore, di accoglierlo e donarlo come testimonianza di fede. L’amore di Dio diventa la forza della nostra vita, diventa il coraggio del nostro desiderare ed operare il bene, diviene la bellezza della testimonianza che siamo chiamati a dare ai fratelli. Il mistero di Dio ci viene consegnato come eredità preziosa da custodire e comunicare ai fratelli. Tutto vogliamo vivere sotto lo sguardo e la luce del mistero trinitario. La liturgia odierna ci invita ad essere noi, testimonianza dell’amore di Dio, come diceva San Francesco: “E costruiamo in noi una casa, una dimora permanente a Colui che è Padre, Spirito e Spirito Santo”. Noi siamo dimora di Dio e suoi speciali testimoni. Chiediamo la grazia di vivere ed operare nel suo mistero: “Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati fa’ che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita”.
 
Fr Giuseppe Piga
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