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“La preghiera del povero sale fino a Dio” (Siracide 21,5)

Commento al Vangelo 27 ottobre 2024

                                                                                                                 Vangelo di Marco 10, 46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

“CHE IO VEDA DI NUOVO”

Il vangelo di questa domenica racconta che Gesù, mentre è in cammino verso Gerusalemme, ed entra in Gerico, incontra un uomo cieco, Bartimeo. L’evangelista Marco dice che l’uomo cieco sedeva lungo la strada della città di Gerico, a mendicare, e sentendo che Gesù passava per quella strada “cominciò a gridare: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”. Sicuramente l’uomo cieco, molto conosciuto da tutti, grida, perché aveva davvero bisogno di trovare nuova speranza per la sua vita, e non trova occasione migliore di quella che gli si presenta dinanzi con il passaggio di Gesù. Bartimeo grida, nonostante il rimprovero di molti, perché non poteva perdere tale possibilità per la sua vita, ma “Gesù si fermò e disse: chiamatelo”. Il racconto ci aiuta a capire ciò che l’apparenza non rivela, cioè, che l’uomo cieco riesce a vedere con il cuore, e riconosce Gesù come il Messia: “Figlio di Davide, Gesù”, e poi gli chiede aiuto: “abbi pietà di me”. L’uomo non vedente vede in profondità e ha la certezza che solo Gesù può aiutarlo, può guarirlo. Un altro importante segno messo in atto da Gesù, è il fatto che Lui non guarisce subito l’uomo che grida, ma ha bisogno di rivolgergli una importante domanda: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Gesù desidera che la richiesta di ciò di cui abbiamo bisogno sia pensata ed espressa in modo chiaro. La risposta di Bartimeo: “Rabbunì, che io veda di nuovo”, rivela una profonda consapevolezza del suo problema, ma anche la profonda fede in Gesù e la certezza che Lui potrà aiutarlo a vedere la novità della vita, attraverso la vista fisica ma anche spirituale. In effetti Gesù riconosce la profonda fede dell’uomo, e gli concede la guarigione: “Va, la tua fede ti ha salvato”. L’incontro con Gesù porta sempre la salvezza, cambia la nostra vita, ci consegna una piena consapevolezza dei nostri limiti ma anche una chiara prospettiva futura e la capacità di pensare e chiedere ciò di cui sentiamo il bisogno. L’incontro con Gesù ci rinnova interiormente e ci permette di ricominciare, ogni volta che l’oscurità della vita ci avvolge. Ogni volta che siamo immersi nelle tenebre del dubbio, dell’insicurezza, della paura, della delusione, Gesù ci fa riemergere e ci conduce alla luce di una nuova speranza. E se la preghiera di Bartimeo è la preghiera dei piccoli e dei poveri, che ogni giorno si rivolgono al Signore, chiediamo la grazia di imparare a chiedere, nella certezza che Gesù può restituirci la gioia della vita. Gesù non è sordo alla nostra richiesta di aiuto, e, sempre ci sostiene con la sua presenza. Gli affidiamo tutti coloro che vivono l’oscurità della vita, perché si incontrino con Colui che è la luce della Resurrezione.

Fra Giuseppe Piga

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