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“La preghiera del povero sale fino a Dio” (Siracide 21,5)

Commento al Vangelo 1 dicembre 2024

                                                                                                                     Vangelo di Luca 21, 25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

L’ATTESA VIGILANTE


Domenica scorsa abbiamo celebrato la solennità di Cristo Re dell’universo, concludendo, nei giorni successivi l’anno liturgico. Con questa domenica entriamo nel tempo dell’Avvento, iniziando un nuovo anno liturgico., accogliendo il tempo come un dono prezioso nel quale si realizza per noi, il mistero della salvezza, che noi celebriamo, nella liturgia, durante tutto l’anno. Entrare nel tempo dell’Avvento significa mettersi nell’atteggiamento dell’attesa e chiedere il dono della vigilanza, per accorgerci che il Signore “viene”, passa nella nostra vita e chiede di essere accolto. Possiamo dire che l’Avvento ci fa pensare e riflettere alle tre venute del Signore: la prima è il mistero dell’Incarnazione nella storia e la sua nascita a Betlemme, la seconda è il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Vi è poi la terza venuta che si situa nel tempo storico della nostra vita, ed è il suo passaggio continuo e quotidiano nella nostra esistenza. Mentre ricordiamo nella fede la sua nascita, ci prepariamo al suo ritorno, e lo accogliamo nell’oggi della nostra vita. Il vangelo odierno è un discorso di Gesù, mentre vive il suo ministero a Gerusalemme, poco prima del suo arresto. Attraverso il linguaggio apocalittico, Gesù parla di uno sconvolgimento cosmico che preparerà la venuta gloriosa del “Figlio dell’uomo”. In mezzo a tanto sconvolgimento “vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza”, e l’uomo è invitato ad alzare il capo “perché la vostra liberazione è vicina”. Questa domenica ci apre alla speranza e ad una fiduciosa attesa del Signore, che rinnova la nostra vita e ci invita all’attesa operosa del suo giungere nella nostra vita. Gli sconvolgimenti della vita sono fatti quotidiani, che conosciamo molto bene e costituiscono le notizie più importanti del mondo: guerre disastri naturali, odio e malvagità, ma siamo invitati a non vivere nella paura bensì a cogliere l’occasione per metterci alla ricerca di Dio che passa nella nostra vita. La conversione del cuore deve accompagnare e segnare profondamente il cammino di Avvento, disponendoci a celebrare il mistero dell’Incarnazione e prepararci al ritorno di Cristo. Affidiamo al Signore che viene, il cammino di tutta l’umanità, e chiediamo la grazia della conversione e del continuo ritorno a Lui, inizio e fine della nostra esistenza. Vivere nella liturgia il mistero della venuta del Signore, ci dia la responsabilità di ogni passo da compiere sotto lo sguardo di Dio. Il tempo dell’Avvento ci faccia incontrare il Signore della storia, del tempo e della nostra salvezza. “Vieni, Signore Gesù”.

Fra Giuseppe Piga

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