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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Due diaconi delle Diocesi di Ozieri e Cagliari hanno fatto servizio presso la nostra Caritas da mercoledì 20 a sabato 23 aprile.

Da mercoledì 20 aprile a sabato 23 aprile la Caritas Diocesana ospiterà due diaconi (Diocesi Ozieri e Tempio). L’ospitalità rientra nel programma formativo regionale di accoglienza dei seminaristi del VI anno affinché possano impegnarsi in alcuni giorni di servizio. Il programma prevede:mercoledì 20 aprile: Accoglienza ed incontro di presentazione del programma. Servizio presso il cda diocesano e l’ostello maschile giovedì 21 aprile: Servizio presso il Cda Immigrati e all’ostello maschile venerdì 22 Aprile: Servizio presso il cda diocesano e all’ostello maschile Sabato 23 aprile: Verifica delle giornate

Articolo Libertà:

Nei giorni scorsi la Caritas diocesana di Sassari ha ospitato due seminaristi che stanno completando l’itinerario di formazione in preparazione all’ordinazione sacerdotale:Ignazio Devoto e Diego Marchioro. Nell’ambito di un piano formativo sulla pastorale della carità pensato dal Pontificio Seminario Regionale con la Delegazione regionale delle Caritas diocesane, le diocesi di: Sassari, Ales-Terralba, Cagliari e Oristano, hanno offerto la possibilità di vivere una esperienza personale a contatto con i poveri e i volontari della Caritas.Il Centro di Ascolto, cuore della Caritas,e l’Opera segno dell’ostello di via Galilei,sono stati i luoghi dove da mercoledì a sabato i due seminaristi hanno potuto sperimentare concretamente la vicinanza con chi vive nel disagio e il fare pedagogico della Caritas quale organismo pastorale della chiesa.Interessanti le loro riflessioni al termine di questa esperienza:(…) Torno a casa avendo sperimentato ancora una volta come non sia possibile vivere a compartimenti stagni. È impossibile e privo di senso isolare l’esercizio della carità ad alcune azioni concrete:l’esercizio della carità dev’essere lo stile del cristiano in ogni circostanza, con tutti,in ogni momento. E poiché l’attenzione a ogni persona, più che alle bollette da pagare o ai viveri da destinare, è stato ciò che più mi ha colpito dell’esperienza fatta questi giorni alla Caritas, ho capito un po’meglio come l’interesse per i poveri debba partire dall’ascolto attento e dall’interesse reale per chi mi sta accanto, fino all’ultimo uomo, non potendone escludere nemmeno uno. Nel vedere i gesti concreti di amore verso quelle persone risuonavano nella mia mente alcune parole del Vangelo– “l’avete fatto a me…” (Mt 25,40) – che spiegano come per un cristiano amore per Dio e per il prossimo siano un’unica inseparabile realtà. (…)(…) La carità è indirizzata ad una persona concreata: potrebbe sembrare scontato,ma per compiere gesti di carità non basta semplicemente donare qualcosa,ma bisogna donare qualcosa a qualcuno.L’esperienza vissuta questi giorni mi ha reso consapevole che la Caritas si preoccupa di donare qualcosa alle persone, di donare alle persone anzitutto la capacità di riconoscersi come tali. Le persone che si recano alla Caritas per ottenere degli aiuti hanno la consapevolezza di essere povere, ma purtroppo non hanno altrettanta consapevolezza della ricchezza chele abita: la maggior parte di queste persone,deluse e ferite dalla vita, hanno una inconsapevole necessità di riconoscersi“persone”, hanno infatti bisogno di essere ascoltate, di essere considerate, di essere amate quanto uomini, in quanto Figli di Dio.

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