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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Commento vangelo 12 settembre – 2021

Vangelo di Marco 8,27-35

Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».  impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.

 Chi è Gesù per noi?
 
Il vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sull’identità di Gesù, e a saper dare una risposta personale e comunitaria alla domanda che Gesù rivolge agli apostoli. Il brano del vangelo è tratto dalle pagine di Marco, che nel suo vangelo vuole rispondere alla domanda: Chi è Gesù di Nazareth? Se l’inizio e la fine del vangelo di Marco sono segnati dalla risposta a tale domanda, il brano di oggi si pone al centro del vangelo, indicando il centro della nostra riflessione e della nostra fede. Mentre Gesù si trova vicino a Cesarea di
Filippo, dopo circa due anni di attività pubblica, rivolge ai suoi discepoli la domanda: ”Chi dice la gente che io sia? Per giungere poi, alla domanda diretta agli apostoli: “E voi, chi dite che io sia?” Gesù, dopo tanto tempo di cammino insieme ai suoi discepoli, vuole capire cosa si dice di Lui, ma con l’intenzione di avere una risposta chiara, sulla sua identità. I discepoli sanno riferire in modo chiaro cosa la gente dice di Gesù, ma poi vengono coinvolti personalmente nel dare la loro risosta. Il vangelo ci risposta la risosta di Simon Pietro: “Tu sei il Cristo”. Gesù dice di non dire a nessuno chi è Lui, perché, probabilmente, Lui non è il Messia che noi pensiamo o aspettiamo! Gesù rivela di non essere un semplice liberatore, come possono pensare i giudei, ma il Salvatore, Colui che ci salva attraverso il cammino che lo porterà alla sofferenza e alla morte di croce. Pietro stesso, che aveva riconosciuto chi era il Cristo, non sa accettare la rivelazione di un cammino di sofferenza e croce. Allora il cammino della vita dei discepoli, ma anche nostra, è mosso da profondo desiderio di conoscere chi veramente è Gesù, ma solo dopo averlo seguito e aver fatto l’esperienza della morte e resurrezione del Cristo, i discepoli comprendono la sua identità, e saranno pronti per la missione e la testimonianza. Per noi, chiamati ad essere suoi discepoli, cosa significa metterci alla sua sequela? Chi è Lui, per noi? Dove e in chi, lo riconosciamo presente? Nella misura in cui lo riconosciamo come il Cristo, il Figlio del Dio vivente, e accetteremo il suo cammino verso la sofferenza e la morte, solo allora saremo veri testimoni del Cristo morto e risorto. Chiediamo la grazia di riconoscerlo nella Parola che ascoltiamo; nell’Eucarestia che celebriamo e adoriamo; nella Chiesa, comunità che annuncia e testimonia il Cristo risorto; nel povero e sofferente che incontriamo nel cammino della vita. Nella misura in cui lo riconosciamo, anche noi diverremo testimoni veri di Gesù, per tutti coloro che lo cercano e desiderano conoscerlo e accoglierlo.
 
Fr Giuseppe Piga
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