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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

V Giornata mondiale dei poveri 2021

<Domenica XXXIII del Tempo Ordinario
14 novembre 2021

<<I poveri li avete sempre con voi>> (MC 14, 7)

Messaggio del Papa

Riflessioni riguardo il messaggio di Papa Francesco

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In queste settimane che ci separano dalla V giornata mondiale dei poveri riflettiamo su ciascuno dei 9 punti che Papa Francesco ha indicato nel suo messaggio.

Gli aggiornamenti avverranno periodicamente

1. Le donne protagoniste nella storia della salvezza:

«Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto
un’azione buona verso di me» (Mc 14,6)

Gesù ricorda ai presenti che il primo povero è Lui, il più povero tra i poveri perché li rappresenta tutti. Questa donna anonima, che rappresenta l’intero universo femminile, con la sua sensibilità femminile mostra di essere l’unica a comprendere lo stato d’animo del Signore. Le donne nelle pagine dei vangeli sono protagoniste nella storia della rivelazione ed è eloquente la conclusione di Gesù: «In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto» (Mc 14,9).

2. I poveri ci evangelizzano

I poveri sono veri evangelizzatori perché sono stati e primi a essere evangelizzati (Mt 5,3)

Il volto di Dio che Gesù rivela è quello di un Padre per i poveri e vicino ai poveri. Tutta la sua opera afferma che la povertà è un segno concreto della sua presenza in mezzo a noi: lo riconosciamo nella vita dei poveri, nella loro sofferenza e indigenza, nelle condizioni in cui sono costretti a vivere. I poveri ci evangelizzano perché ci permettono di riscoprire in modo sempre nuovo i tratti più genuini del volto del Padre. La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa.

3. La condivisione genera fratellanza

Gesù non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte.

La presenza dei poveri in mezzo a noi è costante ma non deve indurre a un’abitudine che diventa indifferenza. Serve condividere con loro la sofferenza per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta e assicurata l’inclusione sociale. Se l’elemosina è occasionale, la condivisione è duratura. Quest’ultima rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia.

4. Convertirsi e credere nel vangelo

Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15)

Convertirsi significa aprire il nostro cuore, riconoscendo le molteplici espressioni di carità.  Spesso i poveri sono considerate come persone separate, come una categoria che richiede un particolare servizio caritativo. Invece, Gesù ci indica un cambiamento di mentalità, ovvero accogliere la sfida della condivisione e partecipazione. L’insegnamento di Gesù va controcorrente: liberarsi da ogni vincolo che ci impedisce di raggiungere la felicità per renderci testimoni della sua carità senza limiti.

5. Nuove forma di povertà

Il Vangelo di Cristo ci spinge ad avere un’attenzione particolare nei confronti dei poveri e riconoscere le molteplici forme di disordine morale e sociale che generano sempre nuove forme di povertà. La pandemia continua a bussare alle porte di milioni di persone, portando con sé sofferenza e morte e aumentando i poveri, privando molti dei beni di prima necessità.

6. Processi di sviluppo

La povertà non è frutto del destino, è conseguenza dell’egoismo. Serve dare vita a processi di sviluppo in cui si valorizzino le capacità di tutti, in modo che i poveri non siano solo coloro che ricevono, ma siano messi nella condizione di poter dare. I poveri ci insegnano spesso la solidarietà e la condivisione. Pur mancando loro qualcosa, ma non mancano di tutto, conservano la dignità di figli di Dio che niente e nessuno può loro togliere.

7. Approcciarsi alla povertà in modo differente

I governi  le Istituzioni hanno bisogno di recepire un lungimirante modello sociale, andando incontro alle nuove forme di povertà destinate a segnare in maniera decisiva i prossimi decenni. La povertà deve provocare ad una progettualità creativa che realizzi le capacità proprie di ogni persona. Servire i poveri  ci permette di trovare le forme più adeguate per risollevare e promuovere quell’umanità che ha impressa in sé il volto del Salvatore che chiede aiuto.

8. Contrastare la cultura dell’indifferenza e dell’ingiustizia

Dio ama chi dona con gioia (2 Cor 9,7)

Le Sacre scritture, i Padri della Chiesa e i Santi ci ricordano di non soccorrere i poveri con tristezza  né per forza ma donando con gioia, in quanto non dobbiamo alleggerire la nostra coscienza facendo qualche elemosina, ma piuttosto contrastare la cultura dell’indifferenza e dell’ingiustizia con cui ci si pone nei confronti dei poveri.

9. Saper leggere i segni dei tempi

Nelle aree del mondo economicamente più sviluppate si è meno disposti che in passato a confrontarsi con la povertà, per questo si è pronti a tutto pur di non essere privati di ciò che si è conquistato, rischiando forme di rancore, nervosismo, paura e anche violenza. Serve saper leggere i segni dei tempi, in modo da essere evangelizzatori nel mondo contemporaneo. Andare incontro ai poveri, ma essere lungimiranti per attuare nuovi segni dell’amore e della carità cristiana, come risposta alle nuove povertà che l’umanità di oggi sperimenta.

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