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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)

Commento vangelo 14 agosto 2022

Vangelo di Luca 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Chiamati a portare il fuoco

Mentre Gesù prosegue il suo cammino verso Gerusalemme, si rivolge ai suoi discepoli con parole che fanno presagire la conclusione della sua missione, ma anche  la capacità di portare frutto.  Il messaggio di Gesù è affascinante, ma difficile da essere accolto, e Lui stesso vorrebbe vedere l’esito positivo della sua predicazione: “sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso”. Il fuoco che Gesù è venuto a portare è il suo amore, un fuoco che sarà consumato sulla croce, e che purificherà e rinnoverà la nostra vita. La pagina del vangelo rivela la potenza dell’annuncio della salvezza portato da Gesù, ma allo stesso tempo la grande fatica dell’uomo nell’accogliere tale messaggio.  Cosa significa essere discepoli di Gesù? Lui chiama e chiede come risposta la disponibilità e la radicalità della risposta. Il discepolo, spesso, vorrebbe dare una risposta semplice, di circostanza, senza troppo impegno. Il discepolo di ieri come il discepolo di oggi, fa difficoltà a mettere in gioco la propria vita per il vangelo. La radicalità della risposta diventa sfida, guerra, divisione: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.” Quando la fede viene accolta e vissuta con decisione e fermezza, porta necessariamente divisione.  Se Gesù dichiara di aver portato il fuoco, ci viene chiesto di collaborare perché il mondo venga incendiato dal suo messaggio di salvezza. Chiaramente non si può stare tranquilli difronte ad un incendio! Gesù vuole davvero scuotere la nostra vita e farci abbandonare le sicurezze dalle quali non vogliamo uscire. Sino a quando non siamo consapevoli di tale chiamata e di tale impegno, non saremo veri discepoli. Gesù attende il suo “battesimo”, ossia la donazione della sua vita attraverso il sangue versato per l’umanità, e noi suoi discepoli siamo in cammino per compiere lo stesso passo. Gesù è venuto a liberare e salvare l’uomo, e ancora oggi lo vuole salvare attraverso la nostra vita e la radicalità della nostra risposta . Le parole e i gesti di Gesù provocano reazioni di accoglienza o disprezzo, come anche la nostra testimonianza. La parola di Gesù non è il “politicamente corretto”, ma è “spada affilata”  che mette a nudo le nostre miserie per ricostruirci dal profondo di noi stessi. Chiediamoci se, dinanzi alle situazioni della vita, siamo capaci di testimonianza. Chiediamoci se siamo semplicemente buoni o se sappiamo schierarci dalla parte della giustizia, dei poveri e di quanti vivono la sofferenza e l’oppressione, e hanno bisogno della parola liberatrice di Gesù.

Fr Giuseppe Piga

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